Pur nelle mille difficoltà dell’anno zero della pandemia, con il sostegno delle performance ottenute nel retail, il sistema dei salumi DOP e IGP italiano è riuscito a reggere anche all’impatto delle chiusure – più o meno forzose – di ristoranti e locali non solo in patria ma anche in giro per il mondo.
Secondo i dati di vendita in Italia nel retail di Iri relativi all’a.t. aprile 2021, il 25% circa del sell out a valore è sviluppato dalle specialità DOP e IGP, grazie anche all’aumento della disponibilità dei preaffettati in vaschetta negli scaffali a libero servizio o nell’area take-away, che hanno, almeno in parte, alleviato la fase critica incontrata nel corso dell’emergenza sanitaria dal banco taglio, dove la vendita assistita permette di solito a molti dei prodotti a indicazione geografica di esprimere al meglio le proprie caratteristiche valoriali.
Come attesta una recente indagine dell’Isit-Istituto Salumi Italiani Tutelati, dedicata alla reputazione dei prodotti di salumeria DOP e IGP nel nostro Paese e all’estero, gli italiani hanno ormai ben chiara la distinzione tra “Consorzio” e “certificazione” (lo dichiara il 72% del campione intervistato) e attribuiscono uno specifico valore all’esistenza di un consorzio a supporto della certificazione: lo associano a una garanzia di qualità e identificazione di requisiti del prodotto, al controllo della filiera e alla vigilanza sui prodotti.
I consorzi, in sostanza, sono i garanti di quegli elementi valoriali identificati dai consumatori come caratterizzanti l’essenza di un’indicazione geografica. Nei prossimi mesi, però, l’intero sistema nazionale delle specialità DOP, IGP e STG non solo, quindi, le filiere dei salumi tutelati – si troverà ad affrontare uno scenario in forte evoluzione.
Sono in vista, infatti, importanti cambiamenti soprattutto nel quadro di regolamentazione a livello comunitario, che vanno dalla revisione della normativa UE sui prodotti a Indicazione Geografica alla nuova PAC, dalla rimodulazione delle politiche commerciali europee all’introduzione del Green Deal e del programma From Farm to Fork, che implicano un ampio ventaglio di scelte precise di sostenibilità: a cominciare, per esempio, dall’esigenza di garantire un livello più elevato di benessere degli animali e di ridurre la dipendenza da materie prime estere critiche per la produzione di mangimi.
Fonte: www.qualivita.it (https://www.qualivita.it/news/rilancio-consumi-nuove-regole-dop-igp/)